Oro conteso tra BRICS e G7: il futuro dell’economia globale
Scopri come l’oro sta trasformando gli equilibri tra BRICS e G7.
Stiamo vivendo una vera e propria “nuova età dell’oro” e i sentori di questo scenario si erano palesati già nel corso del 2022, con la richiesta da parte delle Banche di ingenti quantitativi di oro puro fisico da stoccare dei propri caveaux.
Perché le Banche acquistano oro?
Perché l’oro è un bene rifugio, quindi resiliente e resistente a tutti i fattori che influenzano il valore della valuta e di altri prodotti da investimento e speculazione (pensiamo al mattone, alle azioni, alle obbligazioni). Se le Banche hanno riserve auree importanti un eventuale crack finanziario o una crisi economica a livello nazionale o globale può essere facilmente contrastata attingendo ricchezza da esse.
Lo stato attuale delle cose (prezzo dell’oro a 80,93 euro/grammo al 20 dicembre 2024) ci conferma che le Banche avevano visto lungo (e giusto). Il valore dell’oro sta toccando picchi mai raggiunti prima e, stando anche alle previsioni dei grandi esperti in materia e delle voci più autorevoli del settore (come Mr Peter Kinsella di UBP) non arresterà la sua corsa nel prossimo futuro.
Come mai l’oro ha quotazioni così alte e in così netta crescita?
A causa di una serie di fattori, tra cui:
- situazione economico/finanziaria globale sempre meno stabile (a causa delle guerre in corso quali quella tra Russia e Ucraina e quella in Medioriente);
- deprezzamento del dollaro e indebolimento degli USA a livello sia economico che politico (elezioni in corso, Paese poco compatto, attentato a Donald Trump);
- taglio dei tassi di interesse che, come conseguenza diretta, ha l’aumento del prezzo/valore dell’oro.
Questi eventi influiscono negativamente sui mercati, rendendo i prodotti da investimento poco sicuri: azioni e obbligazioni sono considerati, ad oggi, prodotti ad alto margine di rischio e il mattone (considerato da sempre, soprattutto in Italia, un investimento sicuro) perde continuamente appeal a causa di:
- poca domanda (la gente fatica ad ottenere i mutui per acquistare e le persone che hanno le giuste garanzie per essere considerati affittuari modello sono sempre meno);
- tassazioni insostenibili: in Italia una seconda/terza casa ha costi fissi altissimi soprattutto a causa delle imposte. Si rischia di acquistare degli appartamenti da reddito e poi tenerli sfitti e dover sostenere anche la beffa delle spese fisse.
Comprare oro (quindi puntare sul bene rifugio per eccellenza) è senza dubbio la mossa più prudente e intelligente (non a caso lo hanno fatto le Banche) per preservare i propri capitali/risparmi a medio/lungo/lunghissimo termine.
Vogliono tutti l’oro?
Come già detto, da quando l’oro ha iniziato la sua scalata tutti lo vogliono:
- le banche;
- i privati (per diversificare i propri capitali, proteggere i propri risparmi);
- la Cina che, ultimamente, è uno dei Paesi che chiede maggiori quantità di oro e lo fa non solo in qualità di Stato ma anche tramite milioni di giovani investitori. I giovani cinesi, infatti, stanno costruendo e investendo su un nuovo e proficuo settore commerciale conosciuto come Cina Style: si tratta di produrre e vendere manufatti, abbigliamento, oggettistica di design, abbigliamento e gioielli in stile tradizionale cinese (quindi con tanto sfarzo e oro) ma rivisitato in chiave moderna;
- i BRICS.
Chi sono i BRICS?
I BRICS sono i paesi in via di rapido sviluppo (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Iran, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita) che hanno deciso di collaborare tra loro con l’intenzione di creare una coalizione abbastanza potente da poter rappresentare un antagonista con possibilità di contraddittorio contro i Paesi del G7 (Regno Unito, Germania, Italia, Canada, Francia, Giappone e USA).
Lo scopo dei BRICS è guadagnare autorevolezza da un punto di vista politico ed economico in modo da non dover subire le scelte delle Nazioni più forti ma avere voce in capitolo alla pari. Naturalmente, per acquisire credibilità, devono innanzitutto arricchirsi e la principale fonte di ricchezza per i Governi è rappresentata dalla propria riserva aurea.
Il dato interessante (del 2023) è il seguente: i BRICS posseggono il 17% dell’oro globale posseduto dai Governi mentre i G7 il 49,1%. Tuttavia, i BRICS producono il 28% dell’oro “commerciabile” e i G7 solo il 12,3%.
Cosa significa questo?
È facilmente intuibile: se l’oro, come sta palesemente accadendo, diventerà il prodotto più ambito da tutti perché di valore sicuro e perché fondamentale per affrontare e superare eventuali crisi, i Paesi del G7 dovranno necessariamente comprarlo dai BRICS.
Questa manovra renderà i BRICS non solo molto più ricchi (con il prezzo dell’oro alle stelle incasserebbero moltissimo) ma anche più importanti perché sono loro che decidono a chi vendere.
L’oro potrebbe essere, metaforicamente ma non troppo, l’ago della bilancia che, clamorosamente, potrebbe far cambiare gli equilibri politici del mondo dopo secoli se non millenni.
Crescita delle riserve auree nei Paesi dei BRICS: un nuovo disegno geopolitico ed economico
I Paesi facente parte dei BRICS sono quelli da sempre considerati “poveri”, “deboli”. Tuttavia, sono anche quelli con i territori più ricchi di risorse importantissime tra cui: grano e riso (prodotti fondamentali e basilari dell’alimentazione umana) e metalli (alluminio, palladio e oro).
Nel momento in cui l’oro (quindi uno dei materiali di cui questi Paesi sono ricchi) diventa un prodotto indispensabile per le economie “dei più forti” è chiaro che il potere dei BRICS promette di crescere a dismisura.
Lo scenario di un futuro nemmeno tanto lontano potrebbe realmente vedere i BRICS conquistare un ruolo paritario rispetto ai Paesi del G7 e ottenere quella famosa voce in capitolo che chiedono da decenni. Questo farebbe crollare tutti gli equilibri e porterebbe a destabilizzazioni importanti a livello politico.
L’oro potrebbe essere strumento di costruzione di un mondo più giusto?
I BRICS potrebbero quindi utilizzare l’oro (o, più correttamente, la compravendita di oro di cui al momento c’è una domanda altissima a un prezzo elevatissimo ma un’offerta sempre più scarna) per costruire il loro potere e farsi spazio nel dibattito geopolitico mondiale.
Da un lato questo potrebbe portare a un inevitabile depotenziamento delle nostre Nazioni, inclusa l’Italia. Dall’altro, però, farebbe uscire dalla sottomissione i Paesi considerati fino a qualche anno fa “sottosviluppati” e aprirebbe milioni e milioni di possibilità per i loro cittadini.
Pensiamo solo alle infrastrutture e alle migliorie che questi Paesi potrebbero apportare sui loro territori (palazzi del potere, cultura, scuole, ospedali, abitazioni), alle occasioni di lavoro (anche nel settore estrattivo oltre che in quello metallurgico, commerciale, finanziario) e quindi anche alla diminuzione del fenomeno dell’emigrazione.
Osservando la situazione in ottica positiva l’oro (prodotto chiave dell’economia mondiale attuale) potrebbe essere il veicolo grazie al quale il mondo appianerà un po’ le differenze economiche, sociali e culturali di cui ora soffre. Naturalmente “appianare” vuol dire innalzare chi sta più in basso e abbassare chi sta più in alto.
Se i Paesi dei BRICS potrebbero vivere un periodo di crescita e miglioramento del benessere è possibile che conseguente deflazione la subiscano i Paesi del G7 compresa la svalutazione delle loro valute.
Per questo comprare oro adesso, nonostante i fixing non siano dei più convenienti, è intelligente: proteggere i risparmi ora (personali, aziendali, capitali) è fondamentale per metterli al riparo da quello che si suppone stia per succedere. Un domani, chi si troverà dell’oro nel caveau o nella cassaforte sarà il fortunato possessore di un tesoretto che nella peggiore delle ipotesi non avrà perso valore e nella migliore ne avrà acquistato moltissimo.