Dollaro in crisi? Ecco perché tanti puntano sull’oro
La debolezza del dollaro spaventa gli investitori: in uno scenario globale instabile, l’oro fisico si riafferma come bene rifugio di riferimento.
Tempi difficili per l’egemonia della valuta americana — o almeno così affermano, sempre più apertamente, molti esperti.
Già nei mesi scorsi il valore del biglietto verde ha iniziato a calare, ma negli ultimi giorni la crisi del dollaro sembra conclamata e potrebbe delineare scenari preoccupanti per gli equilibri economici globali.
Analizzeremo le cause di questa flessione nei prossimi paragrafi: se sei curioso di capire perché il dollaro è in difficoltà, continua a leggere.
Intanto, una certezza: l’oro si conferma il bene rifugio più sicuro, quello con il minor margine di rischio, preferito dalle Banche Centrali e dagli investitori in questo momento storico.
Il dollaro: non più una “asset class” privilegiata.
Per decenni, il dollaro è stato considerato la valuta più preziosa e stabile al mondo. In alcuni contesti, veniva addirittura definito un bene rifugio: quando altre valute andavano in crisi, convertire i propri risparmi in dollari era la strategia consigliata per proteggersi dal rischio di svalutazione.
Due esempi emblematici:
- Durante il default della Grecia, si consigliava di trasferire i propri capitali in dollari su conti esteri.
- In occasione dell’inizio del conflitto Russia-Ucraina, molte persone hanno fatto lo stesso, temendo ripercussioni sulle valute locali.
Ma oggi questa logica è ancora valida? Sempre meno, sostengono molti analisti. Il dollaro sta attraversando un periodo estremamente delicato, così come l’America stessa e il suo Presidente, Donald Trump.
Le cause del declino
Fino a poco tempo fa era quasi scontato considerare gli USA come la prima potenza mondiale, inattaccabile e dominante.
Il primo segnale di instabilità è arrivato ancor prima della campagna elettorale, quando l’America ha cominciato a mostrarsi ambigua nel conflitto Russia–Ucraina, lasciando intendere un possibile appoggio a Putin e cercando di coinvolgere anche gli alleati, tra cui l’Italia.
Ma la vera svolta è avvenuta durante la campagna elettorale con l’attentato al Presidente Trump, evento che ha scatenato tensioni globali. Nonostante la rielezione, Trump rimane una figura controversa e divisiva. La sua vicinanza a Elon Musk, personaggio dal potere economico e tecnologico straordinario, ha ulteriormente polarizzato l’opinione pubblica.
A ciò si è aggiunta la questione dei dazi: una mossa percepita come aggressiva, quasi punitiva, nei confronti di molte nazioni. L’imposizione di sovrattasse sull’import/export di materie prime potrebbe seriamente compromettere l’economia europea, compresa quella italiana.
In rapida successione sono poi arrivati:
- L’incontro con Zelensky, interpretato come ostile e favorevole a Putin.
- Un diverbio con lo stesso Elon Musk.
- Infine, la decisione di schierarsi apertamente al fianco di Israele contro l’Iran, nonostante l’opposizione di una parte del suo stesso elettorato.
Se quest’ultima scelta sarà attuata, significherà — in termini concreti — una nuova guerra per l’America. Con inevitabili ripercussioni politiche ed economiche mondiali e un ulteriore indebolimento del dollaro.
E l’oro? Una certezza che si conferma
C’è una regola universale nei mercati: la storia si ripete sempre. E così accade per l’oro, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza nei momenti di crisi.
Più aumentano l’incertezza globale e le tensioni geopolitiche, più l’oro mantiene il suo valore, stabilizzandosi su cifre record.
Oggi:
- 1 grammo d’oro si scambia a 91,63 euro
- 1 oncia d’oro a 3.340 dollari
La sua solidità è indiscutibile.
Convertire parte del proprio capitale in oro fisico da investimento — sotto forma di lingotti o monete — è, oggi più che mai, una mossa intelligente. In un contesto carico di incertezze, è la scelta più sicura per chi vuole proteggere e custodire il proprio valore.