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Trump di nuovo Presidente: come influenzerà la finanza mondiale?

Come il ritorno di Donald Trump potrebbe ridefinire l'economia globale e il ruolo delle criptovalute.

Trump di nuovo Presidente: come influenzerà la finanza mondiale?

Come il ritorno di Donald Trump potrebbe ridefinire l'economia globale e il ruolo delle criptovalute.

Le elezioni americane, dopo una lunga campagna elettorale, hanno decretato la vincita di Donald Trump, oggi attuale Presidente USA. Gli americani hanno dato nuovamente fiducia all’uomo che ha già coperto questo ruolo in passato e al suo nuovo programma politico che, in realtà, è molto coerente e aderente a quello messo in atto durante il suo primo mandato.

 

Quello che, invece, rappresenta un’importantissima novità che influenzerà non solo l’America ma tutto il mondo, è il programma riguardante l’economia di Trump che promette (o minaccia, dipende dai punti di vista) di cambiare completamente l’asset finanziario globale, trasformando le dinamiche tra le principali economie e il mindset dei grandi investitori.

 

Questo accadrà grazie a diverse manovre finanziarie che Donald Trump ha inserito nella sua agenda. Tra queste, la promessa di regolarizzare e rendere fruibili le criptovalute, conosciute anche con il termine “valute digitali”, ma anche dare maggior potere a settori innovativi come quello della AI. Non a caso, Trump ha fortemente voluto Elon Musk nel suo team, elogiandolo lungamente in più occasioni ufficiali e definendolo un “super genio”.

 

Non solo: il cosiddetto “effetto Trump” ha dato luogo a una ricalibrazione dei valori di alcuni prodotti finanziari come l’oro, che al momento è considerato il miglior asset in assoluto (capitalizzazione superiore a 18mila miliardi di dollari) e di aziende avanguardistiche come Nvidia, le cui azioni hanno registrato un +14% solo nell’ultimo mese.

 

 

Cosa sono le criptovalute?

Warren Buffet, conosciuto anche come “l’Oracolo di Omaha”, grandissimo filantropo e imprenditore statunitense, con un patrimonio di circa 140 miliardi di dollari, li aveva definiti “veleno per topi”, anche se ultimamente, con alcune sue dichiarazioni ha fatto capire che potrebbe anche aver cambiato idea.

 

Stiamo parlando dei bitcoin e delle altre criptovalute: monete create su Internet, digitali e crittografate, decentralizzate da qualsiasi organo statale o bancario.

 

Donald Trump ha dichiarato che intende, al più presto, regolarizzare le criptovalute e farle entrare a pieno titolo nel circuito economico finanziario mondiale. Proprio lui, che durante il suo primo mandato come presidente USA, precisamente nel 2019, tramite un post sul suo profilo ufficiale di X (all’epoca, Twitter), dichiarò che la moneta digitale era una truffa e che poteva essere un mezzo pericoloso, in quanto usata spesso per attività illecite quali spaccio, ricettazione, sfruttamento della prostituzione ed evasione fiscale.

 

 

Il plot twist di Trump

Nel luglio 2024, in piena campagna elettorale, Trump si è presentato alla “Bitcoin Conference”, il più importante evento a favore delle monete digitali e delle criptovalute e, proprio in quel contesto formale e ufficiale, ha promesso che in caso di vittoria si sarebbe assicurato di proteggere il capitale in moneta digitale detenuto dagli USA: l’equivalente di circa 11,1 miliardi di dollari (dato divulgato da Arkham Intelligence).

Ad oggi, nuovamente a capo dell’America, Trump ha ufficialmente dichiarato che tra i punti cardine del suo programma c’è anche la seria intenzione di valorizzare le criptovalute e regolamentarle, in modo da renderle il prima possibile fruibili a largo spettro.

 

 

Ci riuscirà?

 

Il progetto imbastito da Trump riguardante le criptovalute è, in realtà, molto complesso da realizzare a partire dal fatto che, al momento, non esistono ancora sufficienti figure professionali in grado di capire, maneggiare ed effettuare transazioni con questo strumento digitale. La sfida del neo eletto Presidente dovrà partire dalle basi, quindi da un incremento e una riforma dei College e delle Università, con l’inserimento di corsi specifici e master per i quali, naturalmente, dovranno essere messi a disposizione i docenti, che attualmente scarseggiano. Non solo: anche i cittadini andranno “formati” e istruiti per permettere loro di utilizzare consapevolmente questa nuova valuta.

 

Oltre a questo, sarà necessario studiare e stilare un regolamento chiaro e semplice per legalizzare e rendere fruibili le monete digitali, mettendo a punto strategie di audit per evitare frodi e usi illeciti, nonché studiare un meccanismo affidabile di tracciabilità che renda sicura e verificabile ogni singola transazione. Il tutto senza rendere l’operazione eccessivamente difficile e, quindi, facendole perdere appeal agli occhi degli investitori (quasi tutti inesperti nello specifico settore visto che è nuovo e poco conosciuto).

 

Infine, Trump dovrà anche combattere contro le banche che, chiaramente, non appoggeranno con entusiasmo questa novità perché l’arrivo di una nuova valuta potenzialmente concorrenziale a quelle già esistenti e decentralizzata dai loro poteri rappresenterebbe per gli istituti bancari un rischio non indifferente.

 

 

Perché Trump ha cambiato idea sulle crypto?

 

Il cambio di pensiero del Presidente sull’argomento criptovalute è dettato da una serie di fattori negativi che rischiano di abbattersi sugli USA nel prossimo futuro.

 

1. Il depotenziamento del dollaro, dovuto anche alla parte di elettorato e di mondo che non è soddisfatto del risultato di queste elezioni e che potrebbe limitare gli investimenti e le trattative con l’America per manifestare il suo sentimento di sfiducia.

 

2. Il ruolo cruciale che l’America ha nei due conflitti mondiali attualmente in corso (Russia/Ucraina e Medioriente): le scelte che necessariamente dovrà fare per cercare di risolverli potrebbero influire negativamente sul potere americano, sulla sua ricchezza e sulla credibilità di Trump.

 

3. Le mosse che decideranno di intraprendere i BRICS che stanno mettendo a punto, proprio in queste settimane, un progetto che prevede il conio di una loro valuta che potrebbe diventare antagonista tanto del dollaro quanto dell’euro.

 

Pertanto, per fronteggiare queste potenziali difficoltà che rischiano seriamente di minare la stabilità economico-finanziaria degli USA, si sta pensando di creare una fonte alternativa di ricchezza dalla quale attingere in caso di crisi del dollaro e, in questo momento, i bitcoin sembrano essere una tra le scelte d’elezione seppur non così semplice da mettere in pratica, soprattutto nell’immediato.

 

 

L’oro non perde un colpo, anzi, continua a salire!

 

L’elezione di Trump e il suo programma elettorale ha quindi portato alla ribalta un forte interesse sul mondo digitale delle criptovalute e sulla possibilità di creare una nuova fonte di ricchezza convertendole in valuta fruibile.

 

Ma non è questo l’unico (e nemmeno il più importante) fenomeno che sta accadendo in concomitanza con questo nuovo e ultimo mandato del Presidente Donald Trump. Un dato importantissimo è rappresentato dal nuovo assetto dei mercati che, piano piano, si stanno stabilizzando su uno scenario ben diverso da quello di alcuni mesi fa.

 

Resta stabile il valore dell’oro, schizzato alle stelle nel corso degli ultimi mesi: non dimentichiamo che è proprio la riserva aurea di ogni Governo a determinarne il potere economico. Non a caso le banche, prevedendo già dal 2022 quello che sarebbe accaduto (e che in effetti sta accadendo) hanno iniziato ad accumulare quantità sempre maggiori di metallo giallo.

 

L’oro è sempre stato, è, e probabilmente sarà per sempre, il bene rifugio per eccellenza, resiliente e resistente a qualsiasi crisi, guerra, pandemia, elezione. Infatti, e non è un caso, proprio a cavallo di questa campagna elettorale che ha visto nuovamente trionfare il Presidente Trump, il prezzo dell’oro ha cominciato a salire fino a toccare vette eccezionali (oggi il fixing dell’oro puro da investimento è 80,64 euro/grammo).

 

 

 

Secondo gli esperti cosa succederà al valore dell’oro? Subirà perdite a causa di queste manovre economico-finanziarie che stanno avvenendo e avverranno nel mondo?

 

La risposta è no. Le proiezioni e le ipotesi più acclarate nel mondo dell’Alta Finanza sostengono che ormai l’oro, pur con qualche oscillazione, è in “salita libera” e continuerà a volare alto o, al massimo, si stabilizzerà per un lunghissimo periodo su queste cifre altissime.

 

Il motivo è logico e intuitivo: il mondo sta vivendo un momento estremamente delicato a livello finanziario ed economico. L’ascesa “al trono” del Presidente Trump non è garanzia di stabilizzazione, anzi, potrebbe addirittura rappresentare un pericolo per il resto del mondo: pensiamo solo all’idea paventata dall’America di aumentare i dazi per le importazioni dei prodotti Made in Italy o al fatto che potrebbe decidere di finanziare uno o entrambi i conflitti in corso.

 

Situazioni del genere potrebbero provocare emorragie di denaro agli altri Stati, inclusa l’Europa e, nella fattispecie l’Italia, facendo perdere ulteriore potere d’acquisto e valore all’euro. Proprio per questo motivo chi ha al momento dei risparmi da parte e vuole preservarli, dovrebbe seriamente valutare l’opzione di convertirli in oro puro da investimento, da tenere da conto fino a situazione stabilizzata. Allora, riconvertendo l’oro in valuta, ci si ritroverebbe tra le mani un capitale probabilmente molto più importante rispetto all’investimento iniziale.

 

Gli esperti sono abbastanza sicuri del fatto che l’oro puro fisico da investimento non rischia di perdere valore anche per un altro motivo: proprio per tutelarsi da queste manovre, tutti i Governi e i grandi e piccoli investitori inizieranno (hanno già iniziato in realtà) a comprare quanto più oro possibile. Questo porterà un aumento enorme di richiesta e, come ci insegna la legge più basica del commercio, quando la domanda è altissima, i prezzi salgono. Pertanto, a parte casi davvero eccezionali, è praticamente impossibile che l’oro perda valore sul lungo periodo.

 

 

Nvidia fa il botto!

 

Non può passare inosservato l’incremento improvviso delle quotazioni di Nvidia, ad oggi medaglia d’argento come secondo miglior performer S&P500 con un +14% nell’ultimo mese.

 

Nvidia è l’azienda californiana capitanata da Jen-Hsun Huang che si occupa di produzione di processori grafici di altissimo livello e dei componenti per la produzione di hardware per l’intelligenza artificiale. Nvidia, infatti, sviluppa processori in grado di far funzionare e perfezionare applicazioni come ChatGPT.

 

Non è un segreto che la IA rappresenterà, nel futuro prossimo, uno dei settori più importanti per l’evoluzione tecnologica e finanziaria non solo del mondo ma anche, e soprattutto, dei mercati azionari.

 

 

La tecnologia la fa da padrona

 

A conferma di quanto appena detto è importante tenere presente che, al momento, la classifica degli 10 asset più ricchi del mondo è la seguente:

  1. Oro
  2. Nvidia
  3. Apple
  4. Microsoft
  5. Amazon
  6. Alphabet Google
  7. Saudi Aramco
  8. Bitcoin
  9. Argento
  10. Meta (Facebook)

 

A parte i due metalli preziosi (oro e argento) che, da secoli e nei secoli mantengono stabile la loro egemonia e il loro valore, tutti gli altri titoli fortemente quotati fanno parte del mondo tecnologico, di Internet e dei Social.

 

La nuova età dell’oro è anche digitale? A quanto pare, sì. Da un lato la ferrea tradizione e la modalità di preservazione del capitale più antica del mondo (i metalli preziosi) e dall’altro una porta spaziotemporale (che non a caso di chiama anche “portale”) su un futuro che, solo pochi anni fa, poteva essere considerato fantascientifico.

 

Il mondo da una parte accumula oro per mettere al riparo i propri capitali e risparmi sul lungo termine e, dall’altro, investe in intelligenza artificiale, metaverso e valuta digitale per cercare di cavalcare l’onda della crescita a breve termine con il benestare di Trump e, certamente, anche con il sapiente zampino di Elon Musk che, voci di corridoio, definiscono come braccio destro del Presidente e, forse, papabile candidato a una presidenza futura.

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